Nota dell’Editore – Novembre 2023

Quando gli amici del Gruppo Escursionistico Orientamenti – che da oltre vent’anni, con disarmante costanza, dedicano le loro domeniche (e non solo…) alle “aspirazioni verticali” – ci hanno proposto la pubblicazione del libro-diario delle esperienze vissute in montagna, abbiamo deciso di destinarlo, senza batter ciglio, alla collana Athlos, inaugurata tre anni fa con il libro, curato dall’Associazione Culturale e Sportiva Furor, Lo spirito del combattente, dedicato agli sport da combattimento e introdotto da una prefazione del mitico Alessio Sakara. Adesso è la volta di Roberto Giacomelli, autore, assieme ad Alessandro Manzo, di Nemeton. Guida pratica agli sport del coraggio, il quale ha accettato di buon grado di presentare il libro mandato da poco in stampa per Cinabro Edizioni con il titolo suggestivo, per l’appunto, di Aspirazioni verticali. La montagna e la formazione dell’uomo. “Aspirare” viene dal latino ad – verso – e spirare – soffiare: cos’è, d’altra parte, l’esperienza della montagna se non un soffiare a pieni polmoni tendendo ad una vetta, rappresentazione plastica del respirare con una direzione verticale? “Noi cerchiamo le cime, volgiamo lo sguardo al cielo e proviamo una sensazione che potremmo ben chiamare aspirazione” che – si legge nella descrizione degli autori – il “Gruppo Escursionistico Orientamenti si propone di assecondare”. L’ardente attitudine, che traspare dalle pagine di questa guida verso i sentieri che conducono alle alte vette dello spirito, è animata dal richiamo verso il cielo, dal quale gli uomini oggi sono sempre più separati: la vicinanza del termine aspirare con quello di sospirare – scriveva qualche anno fa Albano Martin De La Scala in un articolo apparso sulle pagine della rivista Lettera e Spirito con il titolo di Alcune considerazioni sull’aspirazione – induce a riflettere sul valore che l’aspirazione assume in relazione al nobile sentimento di nostalgia e di richiamo verso ciò che si ama e dal quale si è ormai separati. A-spirare e a-mare, dunque, per non spirare e non più morire. Questo volume non è un semplice manuale sulla montagna e neanche un romanzo dei più belli: non contiene indicazioni tecniche per migliorare la progressione in salita né racconti avvincenti frutto della capacità creativa degli autori. È una raccolta di esperienze vissute respirando, camminando e scalando alla ricerca di qualcosa che fosse “altro” e più in alto di una semplice vita passata a morire in pianura.

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